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La scalata delle Reti Associative

9 Ottobre 2022 Ufficio_Comunicazioni Comments Off

LE RETI ASSOCIATIVE – LA SCALATA A QUOTA 500 DEGLI ETS INTERREAGIONALI/NAZIONALI “CAPOFILA” PER ESSERE DESTINATARI DELLA DELEGA MINISTERIALE DI FUNZIONI IN MATERIA DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO DELLE ASSOCIAZIONI ETS DI BASE ALLA LUCE DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 117/2017 – NOTA

|biella, ottobre8,2022|

In Italia si contano circa 360.000 espressioni associative, di cui circa un quarto iscritte al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore  (RUNTS) in via automatica. Pensare di sovrintendere anche solo a questa fetta di sodalizi da parte della Divisione Terzo Settore del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è impresa ardua. Fra i principali impegni vanno citati quello della ottimizzazione della distribuzione dei contributi a fondo perduto e quello della vigilanza circa il rispetto della vita associativa.

Il legislatore della Riforma ha individuato nelle “Reti associative” la soluzione: una serie di entità capofila a livello inter-regionale/nazionale ai quali delegare da parte del suddetto Dicastero funzioni ed obiettivi nei confronti delle rispettive associazioni ETS di base che, all’interno degli statuti sociali, certificano la loro appartenenza.

In sostanza, l’associazione ETS di base nella Rete Associativa alla quale risulta accreditata troverà, in luogo degli organismo ministeriali, il soggetto operativo erogatore dei contributi ministeriali a fondo perduto ed al tempo stesso il controllore della sua vita associativa a 360 gradi.

500 è il numero degli ETS di base ai fini dell’iscrizione dell’entità capofila di riferimento nella categoria del RUNTS dedicata alle “Reti associative”.

E’ cominciata così da tempo la non agevole rincorsa per il raggiungimento della suddetta cifra da parte di quelle realtà capofila che attualmente sono battezzate quali “Reti associative provvisorie” (RAP).

Un insieme variegato di esperienze in cammino, di cui a seguire si colgono alcuni aspetti.

 

1 – L’ “APPARENTAMENTO”  CON L’ETS  RAP

Impieghiamo il termine mutuandolo dal gergo politico per indicare il “collegamento” fra Ets di base ed Ets RAP.

L’ Ets di base esprime allora l’ “apparentamento” attraverso il modulo di iscrizione/variazione al RUNTS, inserendo nell’apposita sezione denominata “RA” (reti associative) i dati dell’Ets RAP di riferimento.

Tra le circa 89.000 Odv (Organizzazioni di volontariato) ed Aps (Associazioni di promozione sociale) trasmigrate, od in corso di trasmigrazione dal 23 Novembre 2021 dai rispettivi registri nazionali al RUNTS, di certo vi sono potenziali Ets di base interessati all’ apparentamento. Molto probabilmente, notificata loro la determina di iscrizione al nuovo registro, per queste associazioni di base sarà necessario “esprimere” il collegamento attraverso il modulo di variazione trasmesso al RUNTS.

 

2 – APPARENTAMENTO – IL PRECEDENTE DEL CIRCUITO APS

L’ intelaiatura giuridica del sistema sportivo nazionale da sempre si basa su di una serie di “apparentamenti” reciproci a cascata che dal vertice nazionale, attraverso i livelli intermedi (Comitati regionali, Comitati o Fiduciari provinciali), impatta con le associazioni di base.

Una strutturazione piramidale che interessa le federazioni sportive FSN), le discipline sportive associate (DSA) e gli enti di promozione sportiva (EPS) e che produce effetti ai fini del diritto sportivo (es.: il diritto a partecipare a gare e tornei nel rispetto dei regolamenti sportivi), con un risvolto anche ai fini del diritto tributario (il diritto ad applicare alcune norme agevolative).

Fiscalità a parte, una strutturazione piramidale che rimane comunque confinata in una sfera “para-statale”, che necessita di un “riconoscimento statale” per produrre effetti verso terzi soggetti non sportivi; il legislatore della Riforma del Terzo Settore lo individua attraverso l’accreditamento dello “Stato sportivo” al RUNTS nelle rispettive categorie:

Libertas Valle d'Aosta “Reti associative” per le entità di vertice nazionali;

Libertas Valle d'Aosta “Odv, Aps, Altri Ets” per le associazioni sportive dilettantistiche (od enti sportivi dilettantistici).

 

Quanto sopra ha un precedente.

Nel Dicembre dell’anno 2000 il legislatore nel creare lo status di “Associazione di promozione sociale (Aps)” istituì l’anagrafe APS plurilivello, invitando anche le entità giuridiche dello “Stato sportivo” ad accreditarsi alle rispettive sezioni (nazionali e di base). Sennonché passò il messaggio (non congruo) che era sufficiente l’iscrizione delle entità di vertice nazionali alla rispettiva sezione dell’anagrafe Aps per fare sì che, in via automatica, tale status venisse acquisito in capo alle associazioni di base.

Morale: allorché nell’Estate del 2021, in fase di configurazione del RUNTS, l’anagrafe APS è stata resa pubblica, la sorpresa fu piuttosto amara: nella sezione  Nazionale  risultavano iscritti gli Enti di promozione sportiva ed una sola Federazione sportiva (Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee – FIPSAS), e nelle sezioni Locali (provinciali poi regionali) una ridotta presenza dei circa 120.000 club sportivi di base.   

Una fotografia che è emersa anche per le altre strutturazioni piramidali extra sportive quali per esempio le Associazioni con finalità Assistenziali riconosciute con Decreto del Ministero dell’ Interno (Acli, Arci, Fenalc …).

Situazioni che il legislatore della Riforma del Terzo Settore non tollera più: Ets RAP ed Ets di base “collegati” devono accreditarsi al RUNTS con i rispettivi profili nelle “Reti associative” (l’autorizzazione ministeriale scatta con il raggiungimento della quota 500) e nelle categorie Ets Odv, Aps ed Altri Ets.

Un risultato che non sempre appare agevole da raggiungere. Per motivi diversi. A seguire tre esempi.

 

3 – DALLA CASISTICA DELLA CROCE ROSSA ITALIANA (CRI) A QUELLA DELLE RETI INCAPIENTI PER ARRIVARE ALLE RESISTENZE DEL MONDO SPORTIVO

 

All’interno del Settore non-profit italiano sono presenti delle architetture giuridiche come quella della Croce Rossa Italiana: le Sezioni locali sul territorio nazionale, i bracci operativi, non godono di una autonomia giuridica intesa come una capacità di porre in essere negozi giuridici (acquisti, noleggi, dismissioni …) attraverso una posizione fiscale indipendente. A livello territoriale le Sezioni pongono in essere negozi giuridici impiegando l’unico profilo giuridico, in termini di codice fiscale e partita iva, in capo alla “entità nazionale”.

La domanda appare spontanea: per queste fattispecie, ai fini dell’autorizzazione alla iscrizione nelle “Reti Associative” della “entità di vertice” sarà necessaria una deroga oppure le Sezioni territoriali dovranno atribuirsi dei profili giuridici propri (carta statutaria, codice fiscale ed eventuale partita iva) esplicando l’apparentamento all’entità nazionale attraverso il doppio adempimento: riferimento statutario e compilazione della sezione RA nel modulo di iscrizione al RUNTS / categoria Odv (molto probabilmente).

Altro scenario: all’interno del Settore non-profit italiano in Italia vi sono delle organizzazioni piramidali (con autonomia giuridica per i sodalizi di base) che difficilmente potranno raggiungere la quota 500. Sovente operano di concerto   con altre organizzazioni piramidali nelle medesime condizioni.

In nome del motto “l’unione fa la forza” di fronte ad una proposta di apparentamento fra due o più organizzazioni piramidali occorrerà ragionare in particolare intorno a due passi:

Libertas Valle d'Aosta ai fini dell’autorizzazione ministeriale all’iscrizione tra le Reti associative  il “rassemblement” dovrà essere suggellato dalla costituzione di un ente associativo coagulatore Ets?

Libertas Valle d'Aosta In caso affermativo, le entità associative di base di ciascuna originaria organizzazione piramidale, dovranno indicare nella sezione RA sui modelli di iscrizione o di variazione per il RUNTS la neo Rete associativa che ha federato le varie organizzazioni piramidali?

L’ultimo pensiero va al mondo sportivo dilettantistico italiano alle prese con la delicata diatriba tra CONI da una parte e Dipartimento per lo Sport del Governo e “Sport&Salute spa” dall’altra in merito al recente lancio del Registro Nazionale delle Attività Sportive Dilettantistiche (RNASD) in sostituzione del Registro CONI delle asd.

Di fronte ad un RNASD che sembra configurarsi alla stregua di un doppione del  RUNTS, i vertici delle istituzioni sportive (in particolare quelli delle FSN) sembrano nicchiare sul passo verso il RUNTS che esse in primis, e quindi le rispettive asd loro affiliate, sono invitate a compiere.

L’ eventuale approvazione da parte della Commissione UE circa la proposta italiana  di conservazione del “paradiso fiscale” in capo almeno agli Enti del Terzo settore APS gerenti corsi didattici a pagamento per le persone associate potrebbe sbloccare l’attuale impasse.

+++

Grazie di cuore per l’attenzione.

Cordialmente (cgb)

“La fiscalità a cuore aperto” è una rubrica curata da Carlo Guglielminotti Bianco, consulente tributario Settore non profit

Biella, cgbianco@tiscali.it Tel: 3398020654

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